L'omeopatia è una pratica terapeutica conosciuta già dai greci e dagli egizi che
si basa sul principio che "il simile cura il simile". Una sostanza, che può
essere di origine minerale, vegetale o animale, somministrata ad un organismo
sano, induce in esso gli stessi sintomi di una determinata malattia.
Conseguenza di ciò sarà il fatto che quando questa sostanza verrà somministrata
in piccolissime dosi ad un organismo portatore di quella patologia, stimolerà in
esso il processo della guarigione: il simile cura il simile.
L'omeopatia è stata riscopera circa 200 anni fa' dal Dr. Samuel Hahnemann e
adattata all'agricoltura da Rudolf Steiner nel 1924 con il suo metodo
biologico-dinamico o biodinamico.
L'agricoltura biodinamica si basa su tre principi fondamentali:
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Il potenziamento della fertilità del terreno grazie al corretto apporto di
sostanza organica opportunamente compostata;
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L'organizzazione dell'azienda come un vero e proprio organismo vivente nel
quali i vari organi (terreno, acque, seminativo, orto, frutteto, bosco,
pascolo, animali, ecc.) interagiscono armonicamente tra loro sotto la guida
del capo dell'azienda, la coscienza organizzatrice;
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L'uomo infatti, è questo è il terzo aspetto, cura il rapporto tra la pianta e
il cosmo grazie all'oculata scelta del momento della semina, i trattamenti,
le potature, le lavorazioni del terreno (calendario agricolo-astronomico).
Per realizzare ciò ci serviamo anche di preparati biodinamici costituiti da
sostanze naturali come minerali, piante officinali, letame, potenziati tramite
la dinamizzazione omeopatica.
E' come se ad un tubo in cui scorre acqua, noi collegassimo una turbina per cui
l'acqua assume una velocità superiore permettendo una maggiore portata e
gittata.
Questo nuovo metodo presenta tre indiscutibili vantaggi:
Presentazione Azienda:
Su questa terra San Pio, scendendo dalla Sua fattoria di Piana Romana, sita alla sommità della collina, pascolava le pecore e sostava sotto gli olivi mentre il gregge si abbeverava alla fontana di S. Nazzaro.
Gli orientali ben sanno che i piedi del santo benedicono dove camminano e questa terra è mistica: qui i Suoi rapimenti, le tentazioni, le decisioni, le preghiere, le Sue prime stigmate.
Abbiamo deciso che questa terra non doveva essere contaminata, che si doveva poter camminare scalzi per percepirne le vibrazioni.
Coltiviamo i campi senza alcun uso di diserbanti e di concimi.
Conserviamo i semi per mantenere la tipicità delle specie e non ricorrere agli OGM.
Spandiamo il letame e giriamo le fave, poi dopo aver seminato, col simbolo dell'infinito, benediciamo i campi.
I risultati sono stati miracolosi: la piante sono rigogliose anche senza irrigare e non si ammalano, le uova a volte hanno 3 tuorli.
Una sensazione di benessere è immediata sedendo sotto gli ulivi a meditare e la nostra pace viene proiettata al mondo quando con gli occhi seguiamo l'orizzonte accarezzando boschi e paesini su colline vicine o contemplando il magnifico azzurro del cielo o il verde dei campi.
E' questo uno dei primi tentativi in Europa di esodo dalle città alla campagna.
La metà è l'alternativa alla tecnologia, è vivere la spiritualità.
Curiosità:Il simbolo
La rosa a cinque petali è il simbolo della conoscenza esoterica nella cultura occidentale.
La rosa è legato al pentacolo di Venere (cinque linee rette che si incrociano a formare una stella a cinque punte).
Lo yin e lo yang, energia femminile e maschile nella natura devono essere tra loro in equilibrio affinchè possa regnare l'armonia.
Questo pentacolo rappresenta la metà femminile di tutte le cose, un concetto che gli storici delle religioni chiamano il "femminino sacro o la dea divina".
La rosa è anche legata alla bussola e ai venti che servono come guida: la rosa dei venti.
La parola rosa è identica in inglese, francese, tedesco, italiano e in molte altre lingue: rose.
E Dante nel canto XXXI del "Paradiso" descrive così la visione paradisiaca che gli si prospetta dinnanzi: "In forma dunque di candida rosa mi si mostrava la milizia santa, che nel suo sangue Cristo
fece sposa....".
E ancora i Templari usavano questo simbolo per indicare il luogo delle loro riunioni segrete,
La rosa dunque indica la conoscenza, e il sentiero della rosa è la via che ci da la possibilità di conseguirla.
Nel nostro progetto abbiamo una sezione culturale che attraverso seminari di varie discipline e studi specialistici intende offrire questa possibilità a tutti.
La rosa che abbiamo riprodotto nel logo è di colore scarlatto per indicare la fase iniziale del percorso: rosso come il sacrificio che richiederà.
La luna che vi soggiace rappresenta il Bindu, ovvero il punto di passaggio della nostra energia individuale verso quella universale che è la rosa.
Il tutto è racchiuso in un quadrato, simbolo della natura umana.
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